DALLA ROBUR ALL’A. C. SIENA
Nel 1921, anno del primo campionato della Societa’ Sportiva Robur, Siena stava scoprendo i benefici del turismo, senza rinnegare le proprie tradizioni rurali. Una corsa in vettura a cavallo costava 2 lire e al Teatro della Lizza si faceva opera, prosa e varieta’.
I caffe’ erano frequentati dalla gente bene, mentre il popolino animava le piccole osterie e fiaschetterie. La Robur, appena scesa “ufficialmente” in campo fece subito… sfracelli!!
La squadra, che sfoggiava una fiammante casacca rossa col bavero bianco, ultimo omaggio al disciolto Sena Football Club, era composta da elementi locali. Questi lavoravano regolarmente durante la settimana, per poi scendere la domenica sul terreno di Piazza d’Armi a difendere l’onore della Balzana. E lo facevano bene, visto che alla fine del campionato furono soli in vetta alla classifica, avendo conosciuto una sola sconfitta (poi, fra l’altro, annullata dal Giudice Sportivo) e gustandosi il trionfo della promozione.
Il campionato successivo (1922-23) propose alcune novita’ di rilievo, a cominciare dal partecipare alla 2^ Divisione insieme a squadre toscane ed emiliane.
Poi ci fu l’ultimo cambio di casacca: venne adottata la nostra amata maglia a strisce verticali bianche e nere, i colori della città’. Arrivarono a Siena i primi giocatori “stranieri”, soprattutto da Livorno, ed il pubblico comincio’ ad essere piu’ numeroso, al punto che il presidente Ezio Francioni decise di far costruire il campo sportivo di San Prospero, a ridosso della Fortezza, accollandosi personalmente il costo di 134.000 lire. Quando il campo venne inaugurato, il 7 gennaio 1923, erano in costruzione i primi villini del nuovo quartiere adiacente ed era ancora in funzione, a poca distanza, la barriera daziale.
Il campionato non fu dei piu’ rosei ma al termine degli spareggi finali, la Robur ottenne la permanenza in 2^ divisione.
Cosi’ non fu l’anno successivo, quando gli sportivi senesi conobbero la prima delusione per via della retrocessione della loro squadra. I dirigenti capirono che per ottenere nuovi successi l’improvvisazione e l’amor proprio non bastavano piu’. Arrivarono cosi’ a Siena allenatori della dominante scuola ungherese, come Illich e Klein, grandi teorici del calcio, profeti del metodo da contrapporre al sistema, e Schoeffer, che oltre ad essere un allenatore era un vero gentleman, visto che si raccontava che non avesse mai giocato a pallone per non sporcarsi le scarpe.
Con l’esperienza dei tecnici magiari, la Robur prima riconquisto’ la 2^ categoria, nel campionato 1926-27, poi, grazie al terzo posto del 1930-31, fu ammessa a partecipare al campionato di 1^ divisione.
Nel frattempo il calcio italiano era cambiato e si cominciava a parlare di ingaggi, premi e via dicendo. Almeno per quelle societa’ che potevano permetterselo, e la Robur non era fra queste… Per il campionato di 1^ divisione, la squadra fu costretta a trasferirsi nuovamente, visto che le misure del “campino” di San Prospero non erano (e non sono…) regolamentari e cosi’ fu approntato a tempo di record il campo sportivo di Piazza Vittorio Emanuele.
Dovendo incontrare squadre come Foggia, Littorio Vomero, Torres Sassari e Gladiator di S. Maria Capua Vetere, i giocatori furono costretti a lunghe trasferte, guadagnandosi l’appellativo di “squadra di terza classe”, con chiaro riferimento agli scompartimenti piu’ economici dei treni.
Nonostante il mancato comfort negli spostamenti, la Robur disputo’ due buoni campionati di 1^ Divisione, piazzandosi al nono ed al sesto posto.
Nel 1933 i cambiamenti del calcio verso il professionismo, cui si e’ accennato in precedenza, arrivarono anche a Siena. Il presidente Gino Tozzi, insieme all’allenatore Schoeffer ed al grande segretario Pistolesi, chiusero la bella favola della Robur basata sul dilettantismo e sull’animus pugnandi dei propri atleti. Fu soprattutto Alfio Pistolesi, ex giocatore bianconero, a far fare alla societa’ il salto verso la professionalita’ ed il business.
La Robur divenne Associazione Calcio Siena, pur mantenendo la denominazione gloriosa “Robur 1904”, e si getto’ per la prima volta sul mercato dei calciatori, acquistando una serie di elementi provenienti dal Nord. Alla fine del campionato siamo quinti, ma non ci basta! Il nuovo presidente, Aldo Sampoli, sostituisce il tecnico con l’ex torinista Bachman, svizzero naturalizzato, e Pistolesi gli costruisce una squadra molto competitiva.
Il Siena si aggiudica con sorprendente facilita’ il proprio girone ed affronta le finali nazionali con Sanremese, Reggiana ed Udinese. La Sanremese viene battuta sia in casa che fuori, mentre Reggiana ed Udinese vengono battute a Siena ma si prendono la rivincita sul campo amico. Alla fine Reggiana e Siena terminano il girone a pari punti, rendendo necessario uno spareggio sul campo neutro di Pistoia. Il 21 luglio 1935 il Siena travolge gli avversari con un risultato che non ammette repliche: 7 – 0 !! Molti tifosi hanno seguito la squadra con un treno speciale ed il ritorno e’ una grande festa. Ad Empoli il presidente Sampoli offre bibite e panini a tutti, mentre alla Vecchia Stazione di Siena c’e’ una gran folla con la banda cittadina.
Il Siena e’ in serie B!!