DALLA B ALLA IV SERIE
A guerra terminata l’Italia si ritrova martoriata, semidistrutta e fondamentalmente divisa in due: da una parte c’e’ chi piange prostrato ed immerso nella propria miseria, dall’altra un variopinto sottobosco di varia umanita’ traffichina, che ingrassa tra l’indifferenza dei ceti superiori grazie a mille attivita’, prima fra tutte la borsa nera. Nel 1945 la Figc decide la ripresa dei campionati, pur fra mille difficolta’, spinta soprattutto dalla consapevolezza di offrire alla gente un diversivo per dimenticare per qualche ora i propri problemi. Vengono composti due gironi, il primo con squadre settentrionali di serie A, l’altro con formazioni di serie A e B del Centro-Sud, nel quale viene inserito anche il Siena. La societa’ e’ presieduta da Corsino Corsini, la squadra allenata da Cesarino Pellagatta nel doppio ruolo di mister e di giocatore. L’undici bianconero non e’ niente male e la difficolta’ peggiore non e’ il confronto con tante squadre blasonate ma le tremende trasferte al Sud. Si viaggia su un camioncino attrezzato con delle panche di legno e tutti sanno a che ora si parte: come, quando e se si arriva e’ nelle mani del Destino… Nella doppia trasferta di Palermo e Bari il Siena resta in giro per l’Italia meridionale per ben 25 giorni, con sei partite disputate: le due ufficiali piu’ quattro amichevoli, necessarie per alleviare economicamente la lunga trasferta. Alla fine del campionato il Siena si piazza al decimo posto e nella stagione successiva e’ ammesso a disputare il campionato di Serie B. Presidente della societa’ e’ Renato Buccianti e come allenatore ritorna Macchi. Grazie alla partenza del portiere Sergio Chellini per Napoli, pagato l’eccezionale cifra di un milione e centomila lire, la Robur puo’ permettersi di rivoluzionare la squadra ed ingaggiare anche fior di giocatori. Il gioco e’ fluido e bello da vedere ma nei risultati ci sono molti passaggi a vuoto. Si finisce quinti, a nove lunghezze dalla Lucchese che va in A, nonostante sia stata sconfitta dal Siena sia a casa che in trasferta. Le speranze della tifoseria andarono dunque deluse, ma il peggio doveva ancora arrivare… Il campionato 1947-48 e’ infatti quello della ristrutturazione dei campionati: fino al settimo posto si resta fra i cadetti, piu’ giu’ si scende in serie C. La societa’ conferma la squadra dell’anno precedente, inserendo nel collaudato organico il portiere Assirelli e la mezzala Morgia. Ma i risultati si confermano altalenanti; la buona volonta’ non manca, l’agonismo neppure ma troppo spesso non bastano. A completare ulteriormente le cose ci si mettono 5-rigori-5 buttati alle ortiche consecutivamente e con essi dei punti decisivi. La sconfitta casalinga con il gia’ retrocesso Gubbio, a tre giornate dalla fine, fa tramontare ogni speranza. Il Siena si piazza 8°, a due soli punti dal Pescara, settimo, all’ultimo posto utile per conservare la permanenza fra i cadetti. Insieme alla serie B il Siena perde anche il grande Alfio Pistolesi, che lascia la Balzana per ricoprire importanti incarichi federali, ed il presidente Buccianti che, deluso dall’esito del campionato e preoccupato per il futuro della societa’, liquida il parco giocatori e passa la mano al Prof. Domenico D’Antona. Sul ciclo d’oro del Siena viene inesorabilmente scritta la parola FINE. Il campionato 1948-49 vede dunque il Siena ripartire da zero. La squadra allenata dal livornese Alberti disputa un campionato di centro-bassa classifica, concludendo al 17° posto e conquistando la salvezza. La nota di rilievo di quest’annata e’ l’esordio in prima squadra di Danilo Nannini, che in seguito assumera’ un ruolo di primissimo piano nella storia della nostra societa’. Nel torneo 1949-50 Alberti viene confermato alla guida della squadra, che si dimostra piu’ quadrata e bilanciata dell’anno precedente. Ci piazziamo terzi, a nove punti dall’Anconetana promossa in B, ed il risultato ridesta un po’ di interesse intorno alla vecchia Robur e soprattutto rappresenta un notevole stimolo per il nuovo presidente, Ciro Batignani, che manovra la campagna acquisti con il chiaro intento di puntare alla promozione. La squadra, sempre affidata ad Alberti, si dimostra effettivamente competitiva ed intorno ad essa rinasce l’entusiasmo dei tifosi che tornano numerosi allo stadio. Viene ingaggiato un entusiasmante testa a testa con il Piombino, che conclude primo il girone di andata con 26 punti contro i 25 del Siena. Nel girone di ritorno pero’ qualcosa si inceppa ed alla fine il Piombino mette insieme 55 punti, ben sette piu’ del Siena, che si deve accontentare del secondo posto. Si rimane in C e si deve affrontare un altro campionato “di ristrutturazione”: la Figc pensava infatti che tre gironi di serie C fossero troppi e decideva di ridurli ad uno solo. Pertanto nel campionato 1951-52 per acquistare la salvezza ci si deve classificare al 2° o al 3° posto, con il 4° si va agli spareggi, dal 5° in giu’ in serie D. La squadra viene affidata al grande Baldo De Petrini, 15 presenze nella nazionale di Pozzo, vincitore con la Juventus di due scudetti ed altrettante Coppa Italia. Come tecnico, pero’, era alla prima esperienza… I bianconeri, pur muovendosi bene e con geometrie apprezzabili, non riescono mai a decollare, piazzandosi alla fine al quarto posto ad un solo punto dalla Sambenedettese, salva. Siamo costretti quindi agli spareggi, un gironcino di 4 squadre delle quali le prime due si salvano. Raggranelliamo 3 miseri punti in tutto e finiamo mestamente in IV serie. Alla disfatta sportiva si aggiunse anche la situazione societaria che, se prima non era rosea, a questo punto diventato’ nera. Gli sportivi senesi si strinsero intorno alla societa’, aiutati anche da un giornale locale, e si riusci’ a non sparire dal mondo del calcio italiano, anche se si ando’ avanti col poco che passava il convento… Si disputa il torneo 1952-53 con la squadra assemblata alla meno peggio e sempre affidata ad Alberti, che alla fine conquista la salvezza. Ma il Prof. Batignani non ce la fa piu’ a portare avanti la drammatica situazione societaria e lascia la mano. Nessuno si fa avanti per rilevare la pesante eredita’ e per la prima volta nella sua storia il Siena si vede costretto a ricorrere ad un Commissario Straordinario nella persona del dott. Virgilio Mazzuoli, che fu costretto suo malgrado a gestire una societa’ sull’orlo del tracollo economico. Le casse sono desolatamente vuote e non ci si puo’ permettere di mantenere i giocatori a Siena durante la settimana, i quali si concentrano allo stadio prima della partita per ripartire per casa subito dopo! Li guida Dapas, bandiera del calcio bianconero di qualche anno prima, che di professione fa il lattaio e l’allenatore per hobby. Comunque la squadra riesce a conquistare la salvezza e, viste le difficolta’ societarie, non fu un risultato di poco conto…