COSENTINI INCIVILI, SENESI EROICI

Era arrivato a Norcia da Napoli, insieme ai due figli di nove anni, solo per far vedere da vicino ai suoi bambini il loro beniamino Emanuele Calaiò. Doveva essere una festa, ma per Francesco Viscione e la sua famiglia è stata una domenica da dimenticare. «Stava per cominciare la partita quando all’improvviso vediamo piombare di tutto sulle persone: sassi, spranghe di ferro, bottiglie di vetro. Nessuno ci crede, poi d’improvviso qualcuno grida ‘sono arrivati’. Il fumo ci inonda i polmoni e ci brucia la gola, io e i miei bambini inziamo a tossire così come gli altri».
Per Francesco Viscione, convinto di poter passare una tranquilla domenica con i suoi figli, in breve tempo la realtà supera ogni più nefasta previsione: «Nessuno poteva immaginare una così vigliacca aggressione ad un popolo composto in gran parte da donne, anziani e bambini. Se non fosse stato per il pronto intervento di pochi ma coraggiosi ragazzi di Siena, un orda di facinorosi armati di tutto pugno sarebbero entrati con inaudita violenza nel cuore del settore dove centinaia di persone aspettavano solo di vedere una partita di calcio. E’ stata una sfida impari: da una parte gli aggressori pseudo tifosi del Cosenza, armati fino ai denti, dall’altra parte pochi ma coraggiosi ragazzi senesi che hanno fatto da argine contro questi delinquenti in trasferta».
La paura per i figli è stata tanta, le immagini di altre donne e di altri bambini in lacrime impresse ormai per sempre nella memoria. E’ riuscito anche a filmare tutto con una piccola telecamera e al più presto renderà pubbliche le immagini. «Siamo rimasti prigionieri sul terreno di gioco perchè l’orda barbarica pare continuasse anche fuori e nessuno voleva riprendere la via di casa con questi balordi ancora in giro. Davanti a questo spettacolo, le parole per quanto dure non potranno mai descrivere la paura e la tensione che abbiamo vissuto in quei momenti».
Fonte: La Nazione