Coraggio Siena, se ci sei batti un colpo

I migliori se ne sono andati o stanno per farlo, altri non sembrano convinti  o rifiutano, la possibilità di vestire la maglia bianconera.

A prima vista sembrerebbe un rifiuto verso la vecchia Robur, ma in realtà nessuno tra coloro che godono di un buon mercato vuole giocare in serie B.

Dietro agli addii e ai rifiuti c’è solo la retrocessione dalla massima serie e questa situazione, oltre ad essere prevedibile,  è comune ad altre società.

Condividiamo al 100% chi sostiene che sarebbe stato importante trattenere i migliori, seguendo la strada tracciata in passato da società come  Parma, Livorno e Chievo, ma quello che forse sfugge è che nei casi citati furono gli stessi giocatori a voler rimanere nella società con cui erano retrocessi.

A Siena questo non è successo e nel momento in cui la retrocessione ha preso i contorni di un dato di fatto è iniziata la grande fuga.

Chi credeva ancora, noi compresi, nelle bandiere, nell’amore per la maglia e in tante altre simili amenità c’è rimasto male, ma pensandoci bene e allargando la visione dei fatti al di fuori del nostro orizzonte non è successo niente di diverso da quanto ci dovevamo aspettare, a meno che non si consideri la nostra realtà come una sorta di comunità Amish che rifiuta l’avanzare dei tempi rimanendo arroccati ad un passato che, purtroppo, è lontano e non ritornerà più.

La passione e l’amore per i colori sociali sono prerogative di noi tifosi, unica componente del variegato mondo del calcio che spende e si sacrifica per seguire la propria squadra, subendo, oltretutto, imposizioni, limitazioni e schedature a suon di decreti legge.

Tutte le altre componenti, del calcio ne hanno fatto una professione e l’unica cosa che si può e si deve pretendere è che, più della maglia, onorino l’ingaggio che gli viene corrisposto. Questo si.

Qualcuno se n’è già andato, qualche altro gli andrà dietro – pazienza, grazie di tutto e buona fortuna – ora quello che conta veramente è che i partenti, gli attori della retrocessione, vengano rimpiazzati da altri interpreti funzionali alla causa che non è più la salvezza, ma il ritorno nella massima serie.

Maccarone, Curci, Rosi e poi Ghezzal e quanti altri saranno ceduti, hanno portato e porteranno nelle casse della Robur un bel gruzzolo, una cifra consistente che, se quanto finora abbiamo ascoltato non saranno state solo chiacchere, dovrà essere investito sul mercato.

Ad oggi il Siena è stato inserito in molte trattative, ma ad eccezione di Vitiello, svincolato dal Rimini e Danti dal Cosenza, non è stato ufficializzato nessun altro arrivo.

Si parla di Mastronunzio, di Troianiello e tanti altri, giocatori che potrebbero e dovrebbero alimentare la speranza di un riscatto, ora aspettiamo i fatti concreti, quelli che al momento ancora non ci sono.

E’ vero che le trattative hanno bisogno dei necessari tempi fisiologici, che il mercato ancora deve decollare, che si devono ancora risolvere le comproprietà, che nessuna squadra di serie B si è ancora mossa, però è altrettanto vero che i tempi stanno ormai stringendo e che al giorno del raduno ( 7 luglio?) mancano poco più di due settimane.

Probabilmente la nostra preoccupazione deriva dallo stato di profonda depressione sportiva in cui siamo precipitati dopo la retrocessione, sicuramente sarà così, ma questo atteggiamento, crediamo più che comprensibile, potrà essere rimosso solo iniziando a credere in un nuovo obiettivo.

Gli ingredienti base ci sono tutti: un società ambiziosa, un DS valido e di sicuro affidamento, una notevole disponibilità economica, una tifoseria pronta a sotterrare il passato (senza dimenticarlo) e a lanciarsi verso il futuro, ora è il momento di mettere in moto il tutto e ricominciare a credere in un nuovo sogno. Il tempo stringe. (Nicnat).

Fonte: Fedelissimo Online