Coppola: “Il mister ci esortava a dare il massimo, mi emozionai”

C’ è una squadra composta da un giocatore, Filippo Carobbio. E un’altra dove trovano spazio Ferdinando Coppola, Daniele Ficagna, Cristian Stellini, Daniele Faggiano e Giorgio Perinetti. Il primo accusa, gli altri smentiscono: in campo è la figura di Antonio Conte a finire strattonata. «Per quanto concerne la gara Novara-Siena del primo maggio del 2011 dichiaro – fa mettere a verbale Coppola, un anno fa portiere del club toscano e ora al Toro – di non essere a conoscenza di accordi fra giocatori o fra società volti a concordare il risultato di pareggio. Non mi risulta che durante la riunione tecnica pre-partita il nostro allenatore (Conte, ndr) avesse detto alla squadra che la partita fosse concordata. Ho partecipato – continua Coppola – a tale riunione svoltasi dopo pranzo, verso le 12, tre ore prima dell’inizio della partita, e mi ricordo dell’emozione che ho provato ad ascoltare le parole del mister che ha esortato la squadra ad impegnarsi al massimo perché la posta in palio era importante e perché venivamo da una sconfitta con il Portogruaro…».

Da Coppola a Ficagna, dall’ex portiere del Siena all’ex difensore bianconero: «…non ricordo nulla di anomalo o di particolare in riferimento alla sfida Novara-Siena… arrivammo secondi in campionato e ricordo che come premio per la promozione ricevemmo la somma di 35 mila euro, ma se fossimo arrivati primi avremmo percepito una cifra maggiore…». Carobbio, credibile ed attendibile per la procura federale, attacca. Il Siena di allora si difende e difende il suo ex allenatore Conte. «…riguardo a Novara-Siena racconta agli inquirenti Perinetti, direttore responsabile dell’area tecnica senese – e terminata 2 a 2, posso dire che è stata una partita importante perché ci dava la matematica promozione in caso di vittoria. Ricordo che l’allenatore aveva chiesto un allenamento prepartita per abituare gli atleti al campo in erba sintetica e che venne a vedere la gara anche il candidato sindaco accompagnato da tanti tifosi…».

La squadra con Carobbio unico giocatore va all’attacco e fa mettere sotto i riflettori anche il duello dell’ultima giornata dello scorso campionato, AlbinoLeffe-Siena. Secondo Carobbio, quell’1 a 0 per il piccolo club lombardo nasce da lontano, da quando Stellini chiese allo stesso Carobbio e a Terzi di contattare qualcuno dell’AlbinoLeffe dopo la sfida di andata per prendere accordi in vista di quella di ritorno. Tutto con il consenso di squadra, staff tecnico, società senese e, stavolta, gli investigatori federali trovano riscontri alle accuse del pentito. «…ricordo – fa mettere a verbale Mirco Poloni, assistente dell’AlbinoLeffe – che ci siamo incontrati nel parcheggio fuori dall’albergo del Siena con i calciatori toscani Carobbio, Terzi e Coppola. Io mi sono limitato ad ascoltare ed ho sentito sia i giocatori del Siena, sia dell’AlbinoLeffe che si mettevano d’accordo nel senso che si sarebbe concessa la vittoria all’AlbinoLeffe…». Per la procura pesa anche la confessione di Dario Passoni, ex centrocampista dell’AlbinoLeffe. «…ricordo che il giorno prima della gara mi recai all’albergo del Siena insieme ai compagni Sala, Garlini e al tecnico Poloni… pur rendendomi conto dell’illiceità dell’operazione non mi rifiutai di partecipare perché l’AlbinoLeffe aveva un disperato bisogno di punti per arrivare ai playout…».

Dalle carte che daranno vita al primo processo, ecco spuntare una partita, Palermo-Bari, la cui tentata combine viene raccontata non da chi l’ha vissuta da protagonista, ovvero Andrea Masiello, ma da chi l’ha subita senza avere avuto la forza di denunciarla. «… qualche giorno prima di Palermo-Bari del 7 maggio del 2011 – racconta nel suo verbale Alessandro Parisi, l’anno scorso in Puglia, quest’anno al Toro – Masiello mi avvicinò dicendomi che alcune persone volevano conoscere la nostra disponibilità ad alterare alcune gare… conoscevo Masiello da tempo, eravamo compagni di stanza, ma non mi sarei mai aspettato un discorso del genere… mi telefonò per invitarmi a prendere un aperitivo presso l’Una Hotel, lo raggiunsi da solo e lo contattai perché non lo vedevo nel parcheggio e lo vidi scendere da scale esterne che conducevano alle camere… entrato nella stanza mi trovai di fronte ad uno scenario inaspettato… c’erano anche due estranei, stranieri, e più che parlare comunicavano con dei fogli, mentre io e Bentivoglio eravamo in disparte… compresi che i fogli riportavano il risultato di 3 a 1. Ricordo che uno degli stranieri era sdraiato sul letto con uno zaino vicino e voleva che Masiello e Iacovelli scrivessero sul medesimo foglio il ruolo e i nomi dei giocatori che sarebbero stati coinvolti. In questo scenario inquietante – continua Parisi – quello sul letto aprì lo zaino estraendo delle mazzette in denaro legate da un elastico che lanciò verso di noi…». Parisi, dopo aver restituito i soldi a Iacovelli nel parcheggio dell’hotel esortò i compagni a giocare la partita «alla morte e credo che la gara si svolse regolarmente».

Fonte: La Stampa