CONTE: GRANDE RISPETTO PER IL PIACENZA
Scaccia l’ipotesi di un possibile rilassamento, Antonio Conte. Un calo di attenzione non è ammissibile per una sua squadra. Non è concepibile nella Robur che dopo la vittoria sull’Atalanta deve dimostrare quanto vale, in campo e nella testa, al Garilli di Piacenza.
Mister ha qualche timore in questo senso?
“Veniamo da due vittorie consecutive, l’ultima di prestigio. Ci può stare di tutto, ma io non accetto cali. Se dovessero capitare sarei io il solo responsabile, non sarei stato in grado di far capire al gruppo il tipo di campionato che sta giocando. Se non ricominciare da capo significherebbe aver compiuto grossi passi indietro. Capitasse qualcosa del genere ne sarei sorpreso: questa squadra sta diventando squadra con al S maiuscola, anche nella gestione delle situazioni. In cinque partite abbiamo conquistato 11 punti, un buon bottino. Ma il passato è il passato: la gara più importante, adesso, è a Piacenza”.
Che gara si aspetta?
“Uno scommettitore non avrebbe dubbi. L’impegno invece è molto meno facile del previsto. Nell’ organico del Piacenza ci sono elementi di spessore esperti della B, qualcuno anche della A. Per esempio Cacìa p Conteh. I biancorossi hanno fatto un punto in cinque partite, ma meritavano di più, la loro posizione in graduatoria inganna. Detto questo, noi dovremo fare la nostra partita. Andremo a Piacenza convinti delle nostre possibilità. Consapevoli che ci saranno momenti in cui soffrire e altri in cui dovremo fare la partita”.
In trasferta per adesso sono arrivati solo pareggi…
“Fuori casa abbiamo balbettato un po’ di più. Mi riferisco soprattutto a Pescara, anche se lì c’era l’emozione dell’esordio ed eravamo in emergenza organico. Migliorare il trend in trasferta, comunque, significa solo vincere… Per ora la parola sconfitta non la conosciamo. La squadra è in crescita, è sul pezzo, come piace a me. Non potrebbe essere altrimenti. Ripeto: dovessero esserci cali di concentrazione non me lo perdonerei perché ho io il manico in mano. Possiamo centrare qualunque risultato, ma la cattiveria e la concentrazione non devono mai mancare”.
Da mister di una big della serie B, quanta importanza dà allo studio dell’avversario?
“Nei confronti dell’avversario nutriamo rispetto, perché al di là della nostra fisionomia e del nostro modo di giocare, i giocatori devono sapere tutto su chi si troveranno davanti. Devono avere più notizie possibile, per dimezzare i rischi. Rimanendo fermo il fatto che io i miei calciatori non li cambierei con nessuno…Ho avuto la fortuna di militare in una squadra che ha sempre giocato per vincere. Sono fortunato a poter parlare di mentalità vincente. Averla significa essere preparati a tutto, rispetto agli avversari, ma consci della propria forza. Se conosco l’avversario, lo rispetto e non corro rischi. Il Piacenza merita grandissimo rispetto. Pur sapendo che siamo noi gli arbitri del nostro destino”.
Quale la situazione infermeria?
“Rispetto alla partita con l’Atalanta ho recuperato Larrondo. Vergassola non è convocato, si allena con noi da una settimana ma ha bisogno di un po’ più di tempo. Ci ho parlato, l’obiettivo è averlo a posto quanto prima. Anche perché tra poco perderemo due dei cinque in quel ruolo per l’under 21. Sono contento che Simone abbia ritrovato il sorriso. Brienza sta recuperando, ha ripreso a correre, anche lui è tornato a sorridere. Brandao sta facendo passi da gigante. Valdez è convocato. É importante anche per lui iniziare a respirare aria di ritiro e tornare a vivere in gruppo”.
Paolucci?
“Sono contento di aver conosciuto meglio Michele, come uomo, l’impressione è stata ottima. Ci ha dato la sua disponibilità in un momento particolare: un comportamento da apprezzare. Ma sono partito con determinati uomini e con loro, con cui ho un dovere morale, voglio andare avanti. In caso di emergenza può ricapitare di richiamarlo, lo ringrazio ancora”.
Possiamo attenderci sorprese in formazione?
“Avendo tutti a disposizione, ho diverse alternative da sfruttare in base alla situazione tattica che andiamo ad affrontare. I ragazzi hanno fatto tutti bene, anche chi è subentrato. I ragazzi devono capire, ma lo sanno, che essendo una rosa importante, l’allenatore deve valutare la condizione psicofisica di ognuno e prendere pure dei rischi. Ma un allenatore è pagato per fare scelte, anche difficili. Io quello che faccio lo faccio sempre e solo per la squadra. Perché vogliamo vincere. Ogni scelta è in funzione della vittoria”. (Angela Gorellini)
Fonte: Fedelissimo on line