Come rompere il giocattolo e fare finta di niente

In condizioni normali, un 4-0 subìto in trasferta porterebbe a disquisizioni di natura tecnica sui motivi che hanno scaturito una debacle di simili proporzioni. La sensazione diffusa, tuttavia, è che anche stavolta le questioni di campo passino in secondo piano e che, per il quarto campionato consecutivo, l’inizio del nuovo anno coincida con il punto di non ritorno della stagione. Il disappunto della tifoseria bianconera per le mancate convocazioni di Crescenzi e Silvestri, veri e propri leader e baluardi della squadra fino ad oggi, oltre che di Bianchi, si può toccare con mano, perché – considerate anche le esperienze passate – il segnale che viene dato all’esterno è quello di un ridimensionamento se non di una resa incondizionata.

Il tentativo di sminuire il caso derubricandolo come semplice “scelta aziendale” cozza con quanto dichiarato in estate dalla società, che aveva prospettato sì un campionato sportivamente tranquillo ma anche un piano triennale con cui cercare di crescere un passo alla volta. Un modello difficile da mettere in pratica se poi si decide di privarsi senza colpo ferire dei due elementi dal rendimento più alto in questa annata, capaci di guidare con prestazioni superlative la difesa elevandola tra le migliori d’Italia. In questo contesto, ancor più inspiegabile è il comportamento del tecnico, apparentemente non preoccupato di perdere alcuni pezzi da novanta ma anzi disposto ad avallarne l’addio dopo che per mesi ne hanno fatto le sue fortune.

Comprensibile quindi la rabbia montata a fine gara nella tifoseria arrivata a Reggio che, alla richiesta di spiegazioni, si è sentita replicare dall’allenatore di rivolgere la domanda alla società. È bastato aspettare qualche minuto perché, coincidenza, il presidente avrebbe deciso poco dopo di interrompere un silenzio che andava avanti da diversi mesi. Risposta: alcuni giocatori non rientrano più nei piani, altri hanno chiesto la cessione. Un triste scaricabarile tra i due, che rimpallano altrove le responsabilità forti del fatto che nessuno dei diretti interessati possa dare la sua versione dei fatti.

Oggi intanto è il giorno della verità per capire quale potrà essere il futuro del responsabile dell’area tecnica Ernesto Salvini, l’uomo a cui in estate la Robur aveva affidato il progetto tecnico. In caso di una separazione tra le parti lo scenario più realistico vede la promozione di Alessio Ferroni, che sta conducendo il mercato in sua assenza ma che appare la persona meno indicata a farne le veci, vista la totale mancanza di esperienza a certi livelli.

Nell’eventualità che gli addii a Salvini e ai calciatori più importanti prendano corpo, viene da domandarsi con quale credibilità certe scelte scellerate possano essere fatte passare come funzionali o futuribili ai tanti appassionati che per l’ennesima volta avevano riposto fiducia incondizionata nella società. In questa situazione di incertezza e di caos, ai tifosi non resta che stringersi intorno ad una squadra che ha sempre gettato il cuore oltre l’ostacolo e onorato la maglia, ma che potrebbe fisiologicamente risentire di tutte queste scosse telluriche. In attesa che il futuro porti una schiarita e magari qualche conferenza stampa che preveda un contraddittorio. (Jacopo Fanetti)

Fonte: Fol