Che sfortuna essere calciatori giovani e italiani…
Bardi. Novara. Donati. Grosseto. Caldirola. Brescia. Bianchetti Verona. Regini. Empoli. Rossi. Brescia. Insigne, Florenzi, Immobile a far la spola tra campo e panchina e a dover sudare e faticare per trovare un posto da titolare. Poi Borini e Verratti, titolari (il primo quando gli infortuni glielo permettono), ma con un0anomalia: all’estero. Era questo l’undici iniziale dell’under 21 azzurra ieri sera in campo nella semifinale dell’europeo di categoria.
Secondo molti esperti come una squadra fatta con giocatori di B poteva competere contro un’altra che vedeva ragazzi al centro del mercato e per cui già si sparano cifre importanti. E invece la difesa non concede niente, tutti gli altri corrono e si dannano l’animo per quasi 100 minuti (recupero compreso) e regalano all’Italia una finale continentale che mancava dal 2004. Adesso arriva la Spagna, con fenomeni veri (Isco, Thiago Alcantara, Tello, solo per citarne alcuni) e difficilmente gli azzurrini riusciranno nell’impresa di aggiudicarsi il titolo.
Il tema diventa quindi ormai noto e dibattuto, ma purtroppo di attualità: la crisi economica porta alla riduzione delle spese e anche le società devono impegnarsi a spendere meno. Ma allora perché non puntare sui giovani fatti e cresciuti in casa? L’Inter ha prestato cinque giovani a questa under 21, dei quali nessuno ha mai fatto un ritiro pre campionato con la prima squadra. Ma come la squadra neroazzurra tutte le altre sono “colpevoli” di ciò. E questi ragazzi devono andare in B a cercare spazio. Poi come d’incanto si trovano la seconda squadra di Europa.
Già, che sfortuna essere giovani e italiani…
Fonte: Fedelissimo Online