Cellino: Le minacce prima di Cagliari-Atalanta: «Vado in Comune e gli spacco il c…»

Cagliari-Atalanta fu giocata a porte chiuse in uno stadio che non avrebbe potuto ospitare neppure un allenamento. A svelarlo è l'ordinanza che ha portato in carcere Cellino. Il gip ricostruisce nei particolari i tentativi del presidente del Cagliari di costruirsi un «impianto su misura»: si arriva a Is Arenas dopo il progetto fallito ad Elmas — dove c'era stata la mediazione proprio di Contini, il sindaco di Quartu arrestato giovedì — anche per «colpa» dell'Enac trascinato da Cellino al Tar del Lazio per il regolamento che preclude la realizzazione di uno stadio vicino a un aeroporto. Come se la distanza tra piste e tribune fosse «derogabile» e non uno standard imposto su tutto il territorio nazionale (analoghi rifiuti furono posti a Brescia e a Genova). Ma torniamo a Quartu: la struttura «amovibile» è tirata su nei mesi estivi grazie al lavoro della ditta che avrebbe dovuto occuparsi delle opere pubbliche. Nonostante «l'anomalia» molte cose non sono a posto. E arriviamo al punto di partenza.

La recinzione provvisoria A pochi giorni dalla gara tutte le prescrizioni impartite dalla Commissione provinciale per sicurezza e agibilità non sono rispettate. Il problema è farlo capire a Cellino: non vuole andare in campo neutro e allora fa pressioni sull'ingegnere Gessa. Che dichiara agli inquirenti: «a causa di queste minacce mi sono anche preso la responsabilità di fare una recinzione provvisoria necessaria per l'apertura dello stadio e dichiarare l'idoneità dell'impianto per evitare che la partita saltasse». Tutto bene quello che finisce bene? Non proprio: la notte successiva alla gara Cellino chiama Gessa e reitera le minacce. Questo il racconto: «Chiamò sul cellulare all'una, ero a letto. Minacciandomi a voce alta mi diceva che se non fossero arrivate le recinzioni me l'avrebbe fatta pagare personalmente». Non è un episodio singolo. Il gip fa riferimenti a fatti simili. In una intercettazione Cellino spiega al suo interlocutore: «dobbiamo prendere a calci in culo Gessa… devo andare in Comune e prenderlo a calci in culo, perché tutto quello che facciamo si ferma a Gessa… domani ci andate insieme e gli spaccate la scrivania».

Fonte: Gazzetta dello Sport