BERETTA: PUNTO SULLA ROBUR E SONO FELICE DI TORNARE
Siena e Torino, per Mario Beretta, sono due bagagli importanti nel viaggio che ha intrapreso iniziando ad allenare. Due esperienze completamente diverse ma importanti. La Robur è la faccia sorridente della medaglia il Toro quella triste. Bianco e nero: colori che si porta dentro. Martedì sarà uno degli ospiti d’onore alla cena che chiuderà i festeggiamenti per il quarantennale dei Fedelissimi, domani sarà il primo spettatore della partita che la Robur giocherà all’Olimpico inseguendo quel sogno di cui il mister ha fatto parte.
Beretta, le dico Siena e Torino…
“Beh, l’esperienza con il Siena è stata bella, molto bella. Sicuramente meglio di quella vissuta a Torino. In bianconero ho passato due stagioni in cui abbiamo ottenuto ottimi risultati, con i granata sono rimasto poco: mi ha fatto piacere allenare una squadra dalla grande tradizione, seppur in serie B. Ma come mi hanno sempre detto su, sono arrivato al Toro nel momento più difficile degli ultimi dieci anni. E’ andata così…”.
Il ricordo più bello sulla panchina della Robur?
“Ce ne sono parecchi. Fra i tanti però la vittoria sulla Juventus che ci regalò in anticipo la matematica salvezza. Superammo handicap e difficoltà: quei tre punti furono la ciliegina sulla torta”.
Come vede l’attuale Siena e l’attuale Torino?
“Il Siena è una squadra già ben caratterizzata da un punto di vista tecnico-tattico. E’ partito molto bene e ha saputo reagire subito con grande personalità alle prime difficoltà che ci sono state. Credo che insieme all’Atalanta sia la compagine più attrezzata della serie B. Il Torino è un gradino sotto, sia in quantità che in qualità, pur avendo un organico di livello. A penalizzarlo anche qualche infortunio di troppo: Bianchi, per esempio, è una gravissima perdita”.
Se considera Bianchi la pedina fondamentale del Toro, quella della Robur chi è?
“Senza dubbio Vergassola. Fosse solo per l’esperienza. E’ in bianconero da così tanto tempo… Del ‘mio’ Siena ormai sono rimasti in pochi… Simone, Ficagna, Rossi e Codrea…”.
Conte e Lerda?
“Non li conosco personalmente. Per quello che posso vedere mi sembrano due tecnici dal carattere completamente diverso. Conte è vulcanico, Lerda è pacato. Quello che Conte è riuscito a fare in pochi mesi di lavoro, dare una precisa identità alla squadra, anche grazie alla qualità dei giocatori a disposizione, sta a dimostrare la sua competenza. Oltretutto conosce bene la serie B, con il Bari l’ha vinta. Lerda, aiutato dal fatto di essere un ex giocatore granata, sta lavorando bene. Fortunatamente gliene stanno dando la possibilità. La squadra è con lui e i tifosi sono dalla parte della squadra. Dopo qualche difficoltà iniziale sta mettendo il Torino sulla strada giusta”.
Quali quindi, secondo lei, le squadre candidate alla risalita, Siena e Atalanta a parte?
“Ci metto il Torino, il Livorno e soprattutto il Novara. Non credo che gli azzurri molleranno da qui alla fine. Conosco l’ambiente, la società c’è e la possibilità di lavorare con la massima serenità e grande entusiasmo è un punto a loro favore. Credo che il Novarà sarà il Cesena della passata stagione”.
Che partita sarà Torino-Siena?
“Una bella sfida, intensa. Perché i bianconeri giocheranno con intensità e i granata dovranno adattarsi per non perderla. Il pubblico dell’Olimpico si farà sentire. Al di là delle contestazioni a Cairo è molto vicino alla squadra: i giocatori avranno dagli spalti una grossa spinta. Per quello che mi ricordo però il Piemonte non porta sfortuna al Siena: noi vincemmo con due gol di Frick, l’anno dopo la Robur centrò un pareggio. L’ultima volta decise Bianchi, ma Bianchi domani non ci sarà…”.
Martedì tornerà a Siena da protagonista…
“Sì, e mi fa un piacere immenso. Sono rimasto molto legato alla città e a tante persone, anche fuori dall’ambito calcistico, che vengo a trovare almeno una o due volte all’anno. Alla cena sarà un po’ diverso, perché rivivrò i momenti più belli della mia panchina in bianconero. Una grande emozione, segno, e questa è la cosa più bella, che i veri legami vanno oltre al tempo e alla distanza”. (Angela Gorellini)
Fonte: Fedelissimo on line