Bellandi: “Chi dice che tornano gli armeni destabilizza la società”

L’ex direttore generale e vicepresidente del Siena Andrea Bellandi è intervenuto a RadioSienaTv nel corso della trasmissione Fuoricampo, per parlare della situazione a livello sportivo e non solo. Relativamente ai risultati ottenuti dalla squadra, l’ex dg imputa agli infortuni il calo di rendimento dell’ultimo periodo: “Fino alla partita col Rimini è stato un crescendo, da lì abbiamo inanellato una serie di risultati negativi. Vediamo di ricominciare da capo, ci sono queste tre partite prima della sosta e in qualche modo bisogna farle. Sarebbe fondamentale la rosa tornasse tutta a disposizione. Cinque giocatori fanno metà squadra, credo che la differenza tra l’entusiasmo di un mese fa e quello di oggi – spiega Bellandi – sia determinato essenzialmente da questo. Ci saranno anche alti e bassi dovuti alla condizione fisica, ma agli occhi di tutti la squadra di un mese fa andava bene. Avrebbe avuto bisogno di un innesto davanti, ma tutto questo è stato condizionato dalla scelta tra Ardemagni e la società di non arrivare ad un accordo”.

Oltre al recupero degli infortunati, per Bellandi saranno importanti anche le scelte nel mercato invernale: “Credo che Salvini abbia dimostrato nel mercato estivo quanto sia stato bravo a trovare il giusto equilibrio all’interno della squadra. Ha acquisito uomini prima di calciatori e credo che abbia bisogno di assecondare Pagliuca su alcune scelte. Penso che sia palese che il mister non ritiene alcuni giocatori in grado di giocare in questa squadra, quindi Salvini dovrà pensare a sostituire quei giocatori mai utilizzati, o perché non ci crede o perché non sono in condizione”.

Sulle prospettive della squadra l’ex dg è fiducioso, in modo particolare nell’operato del responsabile dell’area tecnica Ernesto Salvini: “Sicuramente il Siena migliorerà la posizione dell’anno scorso. Mi auguro che il mercato di gennaio dia un altro paio di giocatori per rinforzare la rosa e a quel punto diventerebbe competitiva per l’anno prossimo sperando in un campionato livellato come quest’anno. Io credo che con Salvini – sottolinea – il Siena in tre anni può lavorare bene per tentare di fare un campionato di vertice. La C è un terno al lotto ma la possibilità di crescere esiste, e con la cultura e l’esperienza di Salvini è possibile crescere ogni anno, per arrivare a fare un campionato di vertice e provarci”.

Interpellato sull’acquisizione del Legnano da parte di Montanari, l’ex dg si esprime favorevolmente: “Una squadra di Serie D fa sempre comodo, poi penso che Legnano rappresenti un mercato per lui e la sua azienda. Non credo abbia motivazioni diverse. Certamente fa comodo sia per la squadra in C che per quella in D, ma le motivazioni per cui abbia scelto Legnano rispetto ad altre credo siano da ricercare nell’interesse imprenditoriale di Montanari”.

Bellandi è invece categorico su un altro aspetto: “Chi dice che tornano gli armeni evidentemente ha informazioni che non ho io. Sicuramente non gli armeni che conosco io, poi possono essere altri. Non è una voce, è una destabilizzazione verso la società. Non c’è nessun tipo di presupposto per un ragionamento del genere. Montanari le squadre le compra, non le vende. Io non sono – continua l’ex dg – il referente di tutti gli armeni, ma di un gruppo per il quale continuiamo a lavorare e curare degli investimenti che hanno in Italia. Non sono nemmeno legati al calcio. L’esperienza non è stata positiva e quindi come tale non mi sembra collegabile. Adesso sono impegnati con la seconda squadra di Parigi che gli sta prendendo molto più tempo di quello che pensavano”.

Toccato evidentemente anche il tema stadio, centrale per l’ex dg: “Spero proprio che non rimanga così, nell’interesse di chi va allo stadio come me, che è costretto a stare in un impianto che ormai ha una marea di difficoltà. Credo che la partita in condizioni atmosferiche avverse non possa più competere con la televisione e che delle soluzioni vadano trovate. Quando giocheremo in casa con l’Ancona – conclude Bellandi – si vedrà il danno che questo crea all’economia di questa città. Questo è uno stadio non più pensabile così, né per chi va a vedere la partita né per chi lavora dentro la città”. (Jacopo Fanetti)

Fonte: Fol