Argilli: “I più giovani sono ancora affezionati alla Robur. Questo patrimonio non va perso”
“Mi hanno invitato e sono stato contento di esserci. Conoscevo questi due tifosi, due figure molto importanti per la storia del Siena. È un ambiente meraviglioso e mi ha fatto molto piacere esserci”. A differenza di qualche suo ex compagno ha preferito non rimettersi le scarpette e non indossare nessuna casacca, ma Stefano Argilli ci teneva ad essere presente nella giornata in ricordo di Arturo ed il Guaspa. L’ex bandiera della Robur poteva essere considerato il padrone di casa, essendo il “Ceccarelli” il campo dove il suo Mazzola Valdarbia gioca la partite casalinghe: «Siamo contenti di ripartire. Io e Pierangioli – racconta – siamo stati i primi confermati. È un ambiente in cui si può far bene, ci siamo divertiti e non vediamo l’ora di ricominciare. Confermeremo buona parte della squadra, per cui speriamo di ripartire di slancio. Cruciani? Penso che rimarrà, ha manifestato questa volontà. Fa sacrifici per venire qui ma lo fa con piacere. Come lui – sottolinea Argilli – anche tanti ragazzi di Siena, alcuni dei quali meritavano la chance di stare nel Siena, anche nella rosa della prima squadra, almeno per una stagione, per far vedere quello che valevano. Noi siamo parte in causa, il settore giovanile è stata la nostra casa per tanti anni. Abbiamo cresciuto queste generazioni di ragazzi e ci sarebbe piaciuto vederli giocare all’Artemio Franchi con la maglia del Siena da protagonisti, o comunque dare il loro contributo per quello che potevano, perché secondo noi avevano le possibilità di farlo».
Tra i tanti giocatori che Argilli ha accudito nel settore giovanile della Robur anche quell’Alessandro Sersanti che recentemente è salito alla ribalta per le convocazioni con la prima squadra della Juventus: «Sono molto contento per lui. Abbiamo preso Alessandro da bambino a Grosseto e lo abbiamo fatto affacciare fino alla prima squadra. Purtroppo – ricorda Argilli – la società di quel momento ha scelto prestiti ad alcune società dilettantistiche, tra cui lo stesso Grosseto, poi lui si è affermato e ha trovato la sua strada. Peccato perché poteva farlo qua, come potevano farlo altri».
Dai rimpianti per il passato alle preoccupazioni per il presente, che vede la Robur ad un passo dal baratro: «Fa male, soprattutto a questo ambiente qui, vedendo quanta energia ci sarebbe ancora. Basta vedere i tifosi presenti oggi (venerdì, ndr), gli amici di Arturo, i Figli di Siena. I più giovani sono forse più legati a un Siena diverso rispetto a quello che ho vissuto io, però li vedo ancora molto affezionati alla squadra. Questo è un patrimonio che non va perso. Tutte queste mazzate però, piano piano, minano sicuramente qualcosa». (Jacopo Fanetti)
Fonte: Fol