Ad Alessandria un film già visto. Sul banco degli imputati della stagione finiscono tutti

La partita di Alessandria è una sintesi quasi perfetta della stagione del Siena. Le tre reti subite al ‘Moccagatta’ hanno testimoniato, una volta di più, come certi errori individuali siano insiti nel dna della Robur di queste ultime stagioni. Errori che fanno il paio con i grossi limiti strutturali che la rosa si porta in dote da diverso tempo a questa parte. Una problematica a cui si è dovuto rassegnare anche un Dal Canto per la verità non del tutto esente da alcune responsabilità. Tanto nella ostinazione di voler puntare su determinati interpreti, che probabilmente hanno fatto il loro corso a Siena, tanto nella gestione della partita, opinabile per certe scelte. Anche al netto del contesto in cui si è disputato l’incontro e dell’espulsione di Confente, che ha poi indirizzato la gara in modo definitivo.

A posteriori, al tecnico veneto si può rimproverare l’aver avallato tutte le scelte della società da inizio stagione, ma sarebbe eccessivo e ingeneroso individuarlo quale maggior responsabile di una squadra che non è mai realmente decollata, sebbene sia stato il primo a fare da parafulmine ad ogni minima difficoltà. Auspicabile e doveroso sarebbe che a metterci la faccia fosse anche chi questa squadra ha avuto il compito di costruirla; il paradosso più grande è l’aver messo a disposizione dell’allenatore una rosa extralarge ma palesemente lacunosa da più parti. Ma di quello che a tutti gli effetti è stato un fallimento tecnico se ne era preso atto già a suo tempo, dopo le partenze premature dei tre acquisti (apparentemente) più solidi della campagna estiva (Polidori, Bentivoglio, Serrotti).

Prima ancora di quello tecnico, però, a lasciare increduli è il fallimento sul piano gestionale, frutto di anni di programmazione sbagliata, squisitamente incentrata sul risultato sportivo. Il temuto passo più lungo della gamba è stato certificato dalle difficoltà riscontrate nel pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio (quelli pre Covid-19) e da una vera e propria campagna di smobilitazione che ha colpito il settore giovanile. I precedenti nel calcio insegnano che due indizi solitamente non sono una coincidenza, pertanto, ora che la stagione può definitivamente dirsi conclusa, è arrivato anche il momento che i vertici del club facciano chiarezza una volta per tutte. Il 15 luglio scade il termine per il pagamento degli stipendi di marzo, aprile e maggio che, una volta effettuato, sarà garanzia di iscrizione alla prossima stagione. Ad oggi, malgrado le rassicurazioni della presidente in conferenza stampa, non vi è la certezza di poter stare tranquilli in merito. I fatti quindi, a partire da adesso, dovranno parlare prima di ogni altra cosa. (Jacopo Fanetti)

Fonte: Fol