Ac Siena, si apre il fallimento Sempre meno soldi per i creditori

Inizierà lunedì prossimo in tribunale il procedimento civile per il fallimento dell’Ac Siena. È in programma la prima udienza di fronte al giudice delegato Marianna Serrao, la stessa che aveva seguito il tentativo di concordato non andato a buon fine. 

Il curatore Maurizio Accordi ha depositato il progetto di stato passivo, cioè l’elenco di tutti i creditori che hanno presentato la domanda di insinuazione e le somme a loro riconosciute. Il documento dovrà passare al vaglio del magistrato in base anche alle eventuali contestazioni sulla ripartizione fin qui individuata.

LO SCENARIO è cambiato radicalmente rispetto al percorso individuato nel concordato. In primo luogo per le risorse a disposizione: con l’apporto di oltre 17 milioni di euro da parte della famiglia Mezzaroma, erano state individuate sette classi di creditori che avrebbero riscosso tra il cento per cento (dipendenti) e il 5% (chirografari, in gran parte fornitori), passando dal 35 per cento per i tesserati federali. Soldi aggiuntivi che, saltando la procedura di accordo, non ci sono più. 
All’attivo del fallimento restano circa 4 milioni di euro, in buona parte però crediti da riscuotere in un percorso che potrebbe essere tutt’altro che breve. Ma anche i 4 milioni sono destinati ad assottigliarsi notevolmente: il costo dei professionisti che hanno lavorato al concordato si aggira intorno al milione di euro, un quarto del totale. L’ipotesi attuale è di liquidare loro circa metà dell’importo in prededuzione (prima cioè di ogni altro pagamento), ma in ogni caso l’attivo subirà una decurtazione ingente. 
Cambia radicalmente la prospettiva anche per i creditori. Il concordato aveva consentito una divisione in molte classi. Con il fallimento, il codice civile restringe il campo d’azione a categorie più rigide di crediti privilegiati o chirografari, equiparando per esempio nella prima fascia dipendenti e tesserati federali, che prima viaggiavano su due binari distinti.

I TEMPI? Per il momento è difficile fare previsioni. Entro l’anno ci dovrebbe essere spazio per le richieste di insinuazione tardiva; è ancora da valutare quando sarà possibile partire con un primo piano di riparto delle risorse disponibili. Quest’ultimo passaggio è legato alle probabilità di rientro nelle casse della curatela fallimentare delle somme provenienti da crediti (per esempio in Lega), precedenti pignoramenti, eventuali azioni revocatorie su somme erogate nell’ultimo periodo di vita dell’Ac Siena. Se ne parlerà ancora a lungo, questa è l’unica certezza. (Orlando Pachiani)

Fonte: La Nazione